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Soddisfazione di Confartigianato sul “terzo responsabile” per installatori di impianti: qualsiasi impresa può svolgere il ruolo a prescindere dalla forma giuridica

Confartigianato Cuneo esprime soddisfazione per il recente emendamento al decreto Destinazione Italia (Decreto Legge n.145/2013), approvato a larghissima maggioranza, che riammette le imprese individuali al ruolo di “terzo responsabile” in materia di manutenzione e controllo di sicurezza degli impianti termici.

I fatti. La manutenzione degli impianti termici è generalmente a carico al proprietario, ma spesso viene affidata dallo stesso ad un terzo soggetto, avente determinati requisiti, che si occupa dell’esercizio e della manutenzione ordinaria e straordinaria dell’impianto. Tale soggetto è definito “terzo responsabile”. A fine 2012, con la pubblicazione del D.lgs 192/05, in un allegato era stato stabilito che “il terzo responsabile dell’impianto termico è la persona giuridica che…”.

In sostanza, l’uso improprio del termine “persona giuridica”, da subito evidenziato da parte di Confartigianato, escludeva, di fatto, le imprese individuali e le società di persone, tecnicamente definite “persone fisiche”, dalla possibilità di ricoprire tale ruolo.

«La svista – spiega Enrico Marino, rappresentante provinciale dell’Area Impianti di Confartigianato – non era di poco conto, proprio perché, dal punto di vista legale, il termine “persona fisica” definisce le imprese individuali e le società di persone, che rappresentano la grande maggioranza del nostro comparto. Con questo emendamento, abbiamo ottenuto la sostituzione delle parole “la persona giuridica” con “l’impresa”, andando a sanare una situazione che rischiava di minare gravemente tanti  imprenditori artigiani».

«L’emendamento – conclude Domenico Massimino, presidente provinciale di Confartigianato Cuneo – rappresenta non solo una vittoria importante per gli impiantisti, ma concretizza una forma di tutela anche per i consumatori, che avrebbero rischiato di non poter più scegliere l’artigiano di fiducia. Più in generale l’episodio del “terzo responsabile” è significativo di come la Politica non tenga nella dovuta considerazione le esigenze e particolarità delle piccole imprese e, spesso, incappi proprio in quel groviglio di leggi, complicate e intricate, che con la loro eccessiva burocrazia minano la produttività delle imprese. Difficile poi pensare di competere con gli altri paesi europei se si considera che a fronte delle 3.000 leggi in Gran Bretagna, 5.500 in Germania o 7.000 in Francia, il nostro Paese detiene il triste primato di averne quasi 200.000».

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Enrico Marino, rappresentante provinciale dell’Area Impianti di Confartigianato