Ricambi su Internet

Ritornando sulla questione dei ricambi acquistati su internet, di cui si è ampiamente discusso nella scorsa estate durante le riunioni di categoria, di seguito riportiamo due articoli rielaborati da notizie pubblicate sul sito www.notiziariomotoristico.com che analizzano questo fenomeno e vogliono essere un ulteriore spunto di riflessione per le officine.

I RICAMBI PORTATI DAL CLIENTE NON SONO NECESSARIAMENTE UN DANNO

Quando si parla di ricambi portati dai clienti spesso gli autoriparatori si trovano in difficoltà perché una parte del guadagno della loro attività deriva proprio dall’intermediazione del cliente.

Un guadagno lecito e legittimo, perché la corretta individuazione di un ricambio è un lavoro complesso, che deve essere pagato, ma che si scontra con un problema più grande: la presenza su internet di ricambi a prezzo di costo.

Il cambiamento che si sta sviluppando grazie alla rete non sarà arginabile e porta alla nascita di un fenomeno nuovo: anche se il cliente non comprerà i ricambi da solo, sempre più farà confronti online tra quanto paga il pezzo dal proprio autoriparatore e quanto lo avrebbe pagato se lo avesse comprato su internet. Questo, nonostante molti non ci pensino, è lo scenario peggiore: se il cliente nota una grossa differenza di prezzo, probabilmente potrebbe cambiare il proprio meccanico.

Per capire meglio la situazione iniziamo con il chiarire alcune critiche che spesso vengono rivolte dagli autoriparatori quando un cliente si presenta con i ricambi già acquistati: “provate ad andare al ristorante con il vostro vino”, oppure “provate ad andare in pizzeria portandovi la mozzarella”.

C’è un altro punto per cui questi esempi non funzionano, perché è vero che in pizzeria non porto la mozzarella, ma ad esempio, quando si ristruttura una casa, spesso piastrelle e finiture il cliente le compra da solo e l’impresa li installa, oppure, per rimanere in tema, è oramai assodato che i pneumatici la maggior parte degli automobilisti li compra online e va a farseli montare dal proprio gommista di fiducia.

Un’altra critica, che porta poi a una soluzione drastica, è che il cliente che compra i ricambi su internet è una tipologia di automobilista che punta solo al risparmio, quindi non porta valore aggiunto e non andrebbe quindi servito. Spesso si sente dire che se tutti i riparatori facessero così, con gli automobilisti che portano i propri ricambi, probabilmente il fenomeno si arresterebbe.

Si tratta di una inesattezza, perché il mercato è libero e ci sarà sempre qualcuno, vuoi per un motivo vuoi per un altro, che accetterà i clienti che arrivano con il loro ricambio acquistato autonomamente.

Invece, bisognerebbe cercare di vedere il problema da un altro punto di vista: se il cliente ha comprato i ricambi online, ha poi dovuto “scegliere” dove farli montare. Quindi se si troverà bene, l’impresa di autoriparazione avrà un cliente in più. Il tutto almeno fino a quando non saranno gli stessi venditori di ricambi a cercare di canalizzare i propri clienti (vedi mercato online degli pneumatici).

Perché nel bene o nel male, il futuro sembra andare in quella direzione: che i venditori di ricambi “certifichino” in qualche modo tutto il lavoro, risolvendo quindi ogni problema al proprio cliente.

Ci sono già stati tentativi in questo senso e basta pensare al putiferio che scatena l’argomento nel mondo della carrozzeria dove le assicurazioni da anni cercano di canalizzare i propri clienti per capire che non è un problema da poco da affrontare nel prossimo futuro.

La sfida sarà riuscire a farsi riconoscere una manodopera equa anche senza il ricarico sul ricambio.

La soluzione sarà quindi quella di livellare verso l’alto la tariffa di manodopera: sia per chi porta i ricambi sia per le flotte e chiunque cerchi di canalizzare. Per questo serve una nuova coesione nel comparto degli autoriparatori, specie meccanici, che operi un drastico aumento tariffario a fronte di un maggiore sconto sui ricambi.

L’impresa artigiana guadagna sulla propria manodopera. Il fatto che oggi non sia così è una stortura e il rischio è che, entità più grandi se ne approfittino erodendo il già esiguo guadagno dei riparatori.


5 MOTIVI PER CUI NON PRESENTARSI DAL PROPRIO AUTORIPARATORE CON I RICAMBI COMPRATI ONLINE

1) Perché la scelta del ricambio corretto è una cosa complessa: per la stessa vettura, della stessa marca, modello e versione esistono ricambi differenti dello stesso pezzo, ad esempio: la batteria può avere amperaggi differenti, i dischi dei freni diametri differenti, conseguentemente le pastiglie saranno differenti, i filtri possono essere prodotti in primo impianto da più produttori, con specifiche differenti, perché… il motore, a parità di cilindrata e kW può essere differente.

2) Perché in caso di errato ordine si rischia di pagare doppio: se l’auto è smontata l’autoriparatore, in caso di pezzi errati vi farà pagare il fermo macchina, oltre, probabilmente a convincervi a fargli prendere a lui il ricambio corretto per accelerare i tempi.

3) Perché in caso di errore nell’ordine la gestione del reso sarà complessa e non tutti i siti vi restituiranno i soldi (in molti casi vi daranno un buono per un prossimo ordine).

4) Perché anche in caso di acquisto corretto ci sarà un problema di garanzia: il meccanico, infatti, vi darà la garanzia sul lavoro, mentre il venditore del ricambio quella sul pezzo. Il punto è che in caso di problemi sarà difficile dimostrare di chi è la colpa.

5) Perché non è facile, specialmente online, distinguere un ricambio di qualità da uno super economico e di dubbia provenienza è difficile anche per un professionista e il rischio è che il pezzo comprato duri davvero poco.