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Midollo, il trapianto da donatore

Importante possibilità terapeutica per la cura delle malattie ematologiche. E’ indispensabile che donatore e ricevente abbiano caratteristiche genetiche simili

Midollo, il trapianto da donatore

Il trapianto di cellule staminali cosiddette emopoietiche (cellule capaci di riprodursi rapidamente e di differenziare in globuli bianchi, globuli rossi, piastrine) rappresenta un’importante possibilità terapeutica per la cura di alcune malattie ematologiche.

Le cellule staminali possono essere prelevate dal paziente (trapianto autologo) o da un donatore sano (trapianto allogenico) il quale, a sua volta, può essere un familiare oppure un volontario non familiare, iscritto al registro dei donatori, o ancora un cordone ombelicale, raccolto e donato al momento del parto.

E’ indispensabile che donatore e ricevente abbiano caratteristiche genetiche simili e questo viene accertato tramite l’esame del sangue periferico. La possibilità di trovare un fratello compatibile è pari al 25%, un donatore volontario o un cordone circa il 70%.

La raccolta di cellule staminali può avvenire con prelievo di sangue midollare, a livello delle creste iliache, sul bacino, in anestesia generale (più raramente spinale) oppure con prelievo di sangue periferico, dopo stimolazione con fattore di crescita e grazie a una specifica apparecchiatura.

Il trapianto allogenico è una procedura caratterizzata dalla somministrazione di chemioterapia o radioterapia a dosi molto alte, possibili grazie al ripopolamento midollare operato dalle cellule staminali emopoietiche, e dall’azione immunologica del sistema immunitario del donatore, con effetti, a distanza, sul controllo della malattia di base.

Il trapianto di midollo allogenico (da donatore) è utilizzato, soprattutto, come terapia di leucemie acute mieloidi e linfoblastiche e, più raramente, di mielomi e linfomi.

Mariella Grasso
Direttore f.f. Ematologia S. Croce e Carle