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Celiachia, l’unica cura è non ingerire glutine

CELIACHIA

L’unica cura è non ingerire glutine

Quasi 12 mila ne soffrono in Piemonte, oltre mille nel territorio dell’Asl CN1

La celiachia è un’intolleranza al glutine che si manifesta con svariati sintomi. I più comuni sono: dolori al ventre, gonfiore, dissenteria, vomito, costipazione, feci pallide, maleodoranti o oleose, dimagrimento, anemia.

Si tratta di una affezione dell’apparato gastro-intestinale (mucosa e villi del digiuno). Fino al 1945 circa, la celiachia come sindrome non aveva neppure un nome o una codifica, né si era risaliti a una causa certa. Nel 1950, si scoprì che era il glutine, l’elemento che scatenava i sintomi.

I malati di celiachia in Italia sono in aumento. In Piemonte il numero di celiaci è 11.732 cioè il 6,8% della popolazione regionale, con un costante incremento. I maschi celiaci in Piemonte sono 3350, le femmine 8382, più del doppio (dati del 2014). In crescita anche nel territorio dell’Asl CN1: a fine 2012 erano 918 (di cui 273 maschi), al 31 dicembre 2015, 1156 (321 maschi).

Spiega Pietro Luigi Devalle, medico del Servizio Igiene degli Alimenti e della Nutrizione dell’Asl CN1: “Il glutine nei celiaci porta a infiammazione cronica dei villi intestinali con disturbi di malassorbimento. Le cause della celiachia sono multifattoriali legate anche alla genetica. Esistono molte forme di celiachia: c’è una forma tipica (si manifesta di solito in età pediatrica), una atipica (con sintomi sfumati a varie età) e una silente (anche in tarda età, magari scatenata da altre malattie). La diagnosi si effettua con la ricerca di anticorpi specifici nel sangue e biopsia intestinale. L’unica cura è evitare tutti gli alimenti contenenti glutine”.

La ricerca è impegnata per trovare una “pillola” che permetta al celiaco di tornare a mangiare i gustosi cibi con glutine. La pillola dovrebbe diminuire la permeabilità intestinale al glutine, impedendo che esso “entri” nei villi, infiammandoli.