Bonus mobili e ristrutturazioni: come ottenere le detrazioni.

La norma sugli sconti fiscali per acquisti di mobili e interventi di manutenzione straordinaria è legge (n. 90 del 3 agosto 2013).

Ecco quello che c’è da sapere per ottenere le detrazioni Irpef.

Chi ha diritto
Ha diritto al “bonus mobili” soltanto chi ha sostenuto spese di ristrutturazione edilizia a partire dal 26 giugno 2012 e fino al 31 dicembre 2013. A proposito di ristrutturazione edilizia, il decreto legge parla di “interventi di manutenzione straordinaria”, non quindi quelli di manutenzione ordinaria come possono essere – ad esempio – la levigatura di un pavimento, la sostituzione di mattonelle e/o dell’impianto elettrico. Nel caso però di ristrutturazione di alcuni vani della casa, si possono portare in detrazione anche complementi d’arredo collocati in altre stanze.

Al momento, non sono previste ulteriori detrazioni per l’anno 2014, per cui ristrutturazioni edilizie e acquisti di mobili debbono essere effettuati entro il 31 dicembre 2013.

Tetti massimi di spesa
– ristrutturazioni edilizie: 96.000 euro, con il 50% detraibile in 10 anni;
– “bonus mobili”: 10.000 euro, con il 50% detraibile in 10 anni

Bonus mobili: condizione necessaria per usufruirne
La persona fisica che ha diritto al “bonus mobili” deve avere già avviato i lavori di ristrutturazione edilizia sul fabbricato prima dell’acquisto dei mobili e questi ultimi debbono essere stati a loro volta acquistati dal 6 giugno 2013 in poi. Non rientrano nel “bonus” i mobili acquistati prima di aver iniziato i lavori di ristrutturazione edilizia.

Modalità di pagamento
Al fine dell’ottenimento del “bonus mobili”, fa fede il cosiddetto “bonifico parlante”, ovvero quello bancario o postale corredato dei seguenti requisiti: causale del versamento (ovvero “Acquisto di mobili; detrazione del 50% articolo 16 comma 2 del DL 63/2013″); codice fiscale del beneficiario dell’agevolazione; partita Iva o codice fiscale dell’impresa beneficiaria del bonifico. L’Iva sull’acquisto dei mobili è invariata: 21%.

Per ciò che riguarda la data dell’acquisto dell’arredo, le Entrate non hanno indicato se questa debba essere riferita alla consegna del bene (o all’ultimazione della sua installazione, per i rari casi in cui vi sia un contratto d’appalto), ovvero al suo pagamento tramite bonifico “parlante”. In questi casi, spesso, la consegna e il pagamento coincidono, ma comunque la questione deve essere ancora chiarita.

Bonus mobili: i pezzi ammessi
Soluzioni fisse: mobili da camera (armadi) – mobili da salotto – cucine – armadi a muro e simili – mobili su misura. Sono ammessi mobili di produzione sia industriale che artigianale.

Soluzioni mobili: tavoli – sedie – divani.

Non è ancora chiara la normativa nel caso di complementi minori quali lampade, tende, elettrodomestici da incasso e porte da interno, salvo quelle blindate.

Il nuovo testo del decreto, modificato dal Senato all’interno dell’iter di approvazione e conversione in legge da parte del Parlamento, prevede l’agevolazione completa anche per i grandi elettrodomestici di classe non inferiore alla A+, nonché A per i forni, per le apparecchiature per le quali sia prevista l’etichetta energetica, finalizzati all’arredo dell’immobile oggetto di ristrutturazione. Sono esclusi dal “bonus” i mobili accessori tecnologici.