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Protesta della Montagna cuneese contro lo stop allo sci

Confartigianato Imprese Cuneo: “Così si rischia di staccare la spina ad imprese e territorio”

Lo sci non è solo uno sport: intorno alle stazioni sciistiche c’è un intero indotto di piccole imprese artigiane che forniscono prodotti e servizi necessari. Anche per loro, con la protesta organizzata nel capoluogo dal consorzio Cuneo Neve, a cui si sono affiancate Istituzioni ed Associazioni di categoria, tra le quali Confartigianato Imprese Cuneo, si è voluto chiedere al Governo maggiore attenzione e rispetto. E soprattutto interventi concreti di ristoro nell’immediato.

«Aver agito con così poco preavviso – commenta Luca Crosetto, presidente di Confartigianato Imprese Cuneo –  significa aver messo in difficoltà l’intero indotto del turismo montano: gli operatori degli impianti sciistici che hanno fatto sforzi per riaprire in sicurezza, alberghi e ristoranti che hanno affrontato spese di riscaldamento e si sono approvvigionati di materiale deperibile, magari assunto personale; ma anche molte altre imprese che di turismo vivono,  da chi noleggia materiale ai manutentori degli impianti, dai meccanici ai servizi alla persona. In una situazione già difficilissima per molti imprenditori, provati da un anno di pandemia, la stagione sciistica è una questione centrale per l’economia della montagna, e questo ulteriore stop rischia di annullarla completamente. Servono quindi immediati ristori non solo a chi gestisce impianti, alberghi o ristoranti colpiti o dalla chiusura; ma anche a questi imprenditori, che subiscono le ricadute della decisione di chiudere gli impianti altrettanto duramente in termini di perdite economiche, e che rischiano di non vedersi riconoscere nemmeno questo».

«Solo nei maggiori centri sciistici della nostra provincia – sottolinea Joseph Meineri, direttore generale di Confartigianato Imprese Cuneo – si contano oltre 700 imprese artigiane, alle quali però se ne devono aggiungere altrettante, per un totale di circa 1500 unità, se si considerano anche i comuni a valle che beneficiano delle ricadute del turismo invernale. Con questo prolungamento dello stop allo sci, queste aziende si ritrovano ora con il lavoro ridotto al lumicino e con la prospettiva di una stagione sciistica ormai irrimediabilmente compromessa».

Nelle settimane scorse, Confartigianato Cuneo ha affrontato la crisi del comparto neve in un dibattito da remoto con i sindaci della montagna monregalese.

Tra le criticità emerse, i pesanti danni economici generati da una stagione invernale più che dimezzata, l’ampliarsi delle difficoltà per le imprese che lavorano non soltanto nei centri montani, ma anche nei comuni limitrofi che indirettamente usufruiscono del turismo della neve, l’assenza quasi totale dei flussi turistici liguri a causa dello stop al trasferimento interregionale, la parametrazione  dei ristori non solo sull’ultimo anno, piuttosto scarso di precipitazioni, ma sul decennio precedente, l’assenza di una progettualità di manutenzione del territorio per renderlo pronto ad una futura ripartenza.

«Il nostro Paese – aggiunge Giorgio Felici, vicepresidente vicario di Confartigianato Imprese Cuneo e presidente di Confartigianato Piemonte – si sta dimostrando sempre molto in ritardo sugli interventi di sostegno all’economia e al mondo produttivo. Dai dati emersi dalla piattaforma elettronica del nostro servizio di fatturazione alle aziende, nell’ultimo anno si è verificato un calo di fatturato di 30 milioni di euro. Una flessione alquanto dolorosa per un’economia che si basa prevalentemente sulle piccole e medie imprese. A livello territoriale, abbiamo bisogno di instaurare massima collaborazione con le istituzioni, le amministrazioni locali e le altre associazioni di categoria per fare fronte comune nel chiedere al Governo maggiore attenzione e più rapidità nelle azioni ristorative».