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Le pari opportunità e la parità di genere

LE STRATEGIE DEL GOVERNO

La parità di genere è uno straordinario motore di crescita e uno dei capisaldi più rilevanti e urgenti dell’agenda di sviluppo e progresso dei Paesi europei.

Il Governo aveva annunciato che nel Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza per il rilancio dello sviluppo a seguito di pandemia la parità di genere rappresenta una delle priorità.

Attraverso l’adozione di una Strategia nazionale per la parità di genere 2021-2026 l’Italia si propone di raggiungere entro il 2026 l’incremento di 5 punti nella classifica sull’uguaglianza di genere che vede attualmente l’Italia al 14 esimo posto nella classifica dei paesi EU con un punteggio ben lontano dai primi tre in classifica (Svezia, Danimarca e Francia).

La strategia di concentra su 5 priorità strategiche:

  • Lavoro
  • Reddito
  • Competenze
  • Tempo
  • Potere

Sono poi previste misure trasversali che accompagnano le cinque priorità strategiche quali ad esempio il sostegno delle fragilità; la promozione di un linguaggio che favorisca il dialogo ed il superamento di espressioni o manifestazioni sessiste; l’istituzione di un patto culturale tra il mondo istituzionale e tra questo e la società civile per garantire un’azione collettiva di promozione della parità di genere;  l’introduzione della valutazione dell’impatto di genere di ogni iniziativa legislativa.     

Lavoro

In termini di partecipazione femminile al mercato del lavoro, l’Italia si posiziona al 28° e ultimo posto in Europa: l’occupazione femminile risulta essere significativamente inferiore a quella maschile, in particolare per le donne madri e a causa della crisi pandemica la situazione si è aggravata.

Gli obiettivi del piano sono di creare un mondo del lavoro più equo in termini di pari opportunità di carriera, competitività e di sostegno all’incremento dell’occupazione femminile.

Le principali misure individuate  sono volte alla defiscalizzazione e/o incentivi per imprese che assumono donne soprattutto al Sud; incentivi al rientro dopo la maternità; incentivi alla creazione di imprese femminili; revisione del supporto alle imprenditrici mamme; erogazione di credito agevolato a supporto di espansione delle imprese femminili; uso efficace del part time; governance e monitoraggio della diversity e della gender parity in aziende e nella PA; norme per l’adozione di una Policy di Genere nelle società pubbliche e private; introduzione di un sistema nazionale di certificazione della parità di genere. 

Reddito

La differenza retributiva di genere in Italia viene stimata intorno al 5%. Il divario si acuisce ulteriormente all’aumento delle competenze e della specializzazione e in settori tipicamente maschili e con livelli retributivi maggiori.

L’Italia risulta essere al 15° posto mostrando un significativo divario retributivo tra uomini e donne.

Gli obiettivi del piano strategico del Governo sono quelli di ridurre il gender pay gap (differenza tra salario mediano femminile e maschile) nel settore privato e per i lavoratori laureati.  Le misure individuate sono la definizione di linee guida per le aziende per l’adozione di policy di genere; adozione di sistemi di misurazione di equal pay aziendale; supporto alle lavoratrici madri e padri lavoratori; analisi dei fattori penalizzanti per le donne e creazione di prodotti di credito /micro credito per donne a basso reddito /vittime di violenza/madri single o divorziate; riduzione del Pension Gap dovuto alla maternità.

Competenze

Nonostante le donne siano mediamente più istruite degli uomini (il 54% del totale dei laureati europei e il 59% di quelli italiani è donna) la segregazione degli ambiti disciplinari nel mondo dell’istruzione è un fenomeno ancora radicato.

L’Italia si mostra al di sotto della media europea e al 12° posto tra gli stati Membri soprattutto nei percorsi di studio STEM.

Le donne sono il genere di gran lunga più rappresentato tra i laureati nelle discipline di insegnamento psicologico e giuridico; nei percorsi scientifici, tecnologici, matematici il divario di genere risulta capovolto e la componente femminile si attesta intorno al 27%.

Al fine di incrementare il numero di studentesse che si iscrivono a corsi di laurea in discipline matematiche e tecnico-scientifiche e di incrementare la percentuale di professori ordinari donna aumentando anche le competenze digitali della popolazione femminile il Governo individua alcune misure quali la promozione trasversale del principio di parità di genere in ogni ordine e grado di istruzione e formazione;  l’introduzione di nozioni di gender mainstreaming nell’attività didattica; potenziamento dell’orientamento di studentesse e studenti delle scuole superiori al mondo dell’università e del lavoro per il conseguimento di qualifiche professionali; introduzione di corsi di potenziamento nelle discipline STEM  e formazione obbligatoria per insegnanti sulle tematiche di stereotipi di genere; supporto a studentesse madri dell’Università; potenziamento dei corsi di informatica curricolari e finanziamento di corsi extra curricolari ecc.  

Tempo

In Italia il tempo dedicato dalle donne a famiglia e casa è significativamente sbilanciato, l’81% di donne vi si dedica tutti i giorni contro il 20% degli uomini (in Europa la percentuale è 79% – 34% ed il 74%-56% in Svezia) e il fenomeno si è inasprito in conseguenza del Covid -19.

Potere

La situazione italiana della rappresentanza femminile nelle posizioni di potere e negli organi direzionali di natura politica, economica e sociale è molto migliorata.

La presenza femminile risulta essere superiore alla media europea infatti la quota di donne negli organi di amministrazione delle società quotate si avvicina al 40%; nelle società pubbliche le donne ricoprono un terzo delle cariche negli organi di amministrazione e controllo, quasi il doppio rispetto al 2014.  Tuttavia è ancora rilevante la disparità nelle aziende non soggette alla Legge e rimangono significative le discrepanze in posizioni apicali di altra natura.

Le misure individuate per far sì che la quota di donne aumenti in posizioni apicali e di direzione , nei consigli di amministrazione delle aziende e negli enti pubblici , nelle giunte comunali e provinciali sono diverse: dall’introduzione delle quote di genere negli organi collegiali direttivi della pubblica amministrazione e degli enti pubblici, all’attuazione delle disposizioni di legge in materia di parità di genere nelle leggi elettorali regionali, introduzione di obbligo di trasparenza e pubblicazione delle short list di selezione per i livelli dirigenziali apicali ecc.

Le misure del piano strategico saranno attuate dalle Amministrazioni centrali, dalle Regioni e dagli Enti locali e saranno altresì coinvolte la Conferenza delle Regioni, l’unione delle Province e dei Comuni.   La Cabina di regia sarà presieduta dal Presidente del Consiglio dei ministri e da un Osservatorio Nazionale per l’integrazione delle politiche di genere presso il Dipartimento per le Pari Opportunità con funzioni di monitoraggio.

“Siamo all’inizio di un grande cambiamento culturale, sociale basato ancora troppo su stereotipi medioevali – commenta Katia Manassero – Presidente Territoriale del Movimento Donne Impresa Cuneo”.

“I femminicidi di questi ultimi periodi – prosegue la Presidente –  fanno riflettere e fanno interrogare il perché l’uomo fa tanto fatica a riconoscere e al non accettare che la donna ha le stesse opportunità e deve essere tutelata in termini di tempi al fine che realizzi i propri sogni e affermazioni sociali politiche culturali e imprenditoriali. L’uomo ha così tanta paura della Donna?”