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Il Valore artigiano è la grande forza economica della Granda

Presentato a Pollenzo il Bilancio Sociale di Confartigianato Cuneo

Che cosa rappresenta il “valore artigiano” sul territorio cuneese? La risposta arriva dal Bilancio sociale di Confartigianato Imprese Cuneo presentato ufficialmente sabato scorso all’Agenzia di Pollenzo. Dati alla mano, l’artigianato nella Granda significa 17.622 piccole e medie imprese con 42 mila occupati che generano un valore aggiunto di 2.318 milioni di euro. Questo comparto, rappresentato da oltre 70 anni da Confartigianato, è una delle forze economiche più significative del nostro Paese e del sistema economico provinciale, con un peso considerevole anche nell’export: 2.255 milioni di euro, in crescita del 5,2% rispetto al 2017.

Dati importanti, ma anche valori. Nel documento illustrato nel salone dell’Agenzia ad una platea gremita di pubblico, Confartigianato ha inserito a fianco dei numeri, i concetti fondamentali che ispirano i suoi legami e relazioni virtuose con tutti gli attori del territorio, volti a creare benessere e sviluppo sociale.

Dopo i saluti istituzionali, è stato Joseph Meineri, direttore generale di Confartigianato Imprese Cuneo ad illustrare il Bilancio sociale 2018.

«Nelle pagine di questa terza edizione del nostro Bilancio sociale – ha spiegato il direttore Meineri – abbiamo voluto approfondire il significato del “valore artigiano”. Da un lato emerge chiara la forza del comparto artigianale e delle PMI cuneesi nei vari ambiti territoriali, dall’altro viene sottolineato ai nostri stakeholder l’impegno dell’Associazione a favore delle imprese: dalle 3963 visite effettuate direttamente presso le aziende, per offrire una concreta vicinanza agli imprenditori, ai servizi innovativi e professionali erogati, quale indispensabile completamento di un’efficace azione sindacale».

 

La parola è poi passata a Luca Crosetto, Presidente territoriale di Confartigianato Imprese Cuneo. «Per il terzo anno consecutivo, abbiamo scelto di raccontare l’artigianato e il nostro impegno a sostegno degli Associati in un documento che interpreta al meglio il comparto artigiano e il nostro ruolo associativo. Dopo i temi della trasparenza e della rappresentanza, quest’anno abbiamo posto l’accento sul valore artigiano in tutte le sue declinazioni. Il nostro Bilancio sociale vuole essere la narrazione della forza economica di una provincia virtuosa, com’è la Granda, dove, a fronte di croniche carenze infrastrutturali, emergono eccellenze di alta qualità, scaturite dalla laboriosità e dalla passione che contraddistinguono da sempre il nostro mondo imprenditoriale. In tale contesto si colloca la nostra Associazione, sempre pronta a supportare le imprese, lavorando al loro fianco in una piena condivisione delle loro aspettative».

Ad uno sguardo più attento del quadro economico sull’artigianato riportato nel Bilancio, non sfuggono alcuni segnali di criticità per alcuni settori. Se per edilizia, meccanica e mobilità, stanno ancora perdurando gli effetti negativi della lunga crisi economica, per altri come alimentazione, impiantistica benessere e salute, sono già stati riavviati i motori dello sviluppo.

Su questi dati, in un’ottica di contestualizzazione territoriale, sono state espresse alcune riflessioni durante un’interessante tavola rotonda, svoltasi nella seconda parte della mattinata e moderata dal giornalista de La Stampa Roberto Fiori. Sul palco erano presenti Silvio Barbero, Vicepresidente Università di Scienze Gastronomiche di Pollenzo; Bartolomeo Salomone, Segretario Generale Fondazione Piera, Pietro e Giovanni Ferrero di Alba; Pierpaolo Carini, Amministratore Delegato Gruppo EGEA; Cesare Fumagalli, Segretario Generale Confartigianato Imprese nazionale; Giandomenico Genta, Presidente Fondazione CRC; Milena Viassone, Coordinatore del Campus di Management ed Economia – Università di Torino, Sede di Cuneo.

Tra i temi affrontati, il cambio di paradigma dell’artigianato, da mestiere “superato” a motore di nuovo sviluppo, il radicamento locale come espressione di qualità e unicità, la valenza strategica di una collaborazione intersettoriale, il rinnovamento della cultura d’impresa in un’ottica sociale.

A chiudere l’evento è stato Domenico Massimino, vice presidente nazionale di Confartigianato Imprese. «Dai dati emersi oggi – ha commentato – si comprende come l’artigianato cuneese, insieme a tutte le altre componenti economico-sociali, abbia intrapreso la via del cambiamento. Tra crisi e innovazione, il volto delle piccole e medie imprese sta assumendo fisionomie inedite, in linea con un mercato dagli orizzonti più ampi. E se per alcuni settori ancora i segnali sono negativi, per altri arrivano nuove opportunità dall’export, grazie alla qualità indiscussa dei nostri prodotti. Il nostro tessuto economico in questo cambio di pelle ha però la necessità di dialogare con realtà istituzionali moderne e collaborative, nelle quali prevalga l’interesse comune, senza che vengano snaturati tradizione e peculiarità dei singoli territori. Il vento del cambiamento deve quindi investire in modo concreto anche il governo europeo, per il rinnovo del quale presto si andrà a votare. Ci auguriamo che l’Europa di domani sia più forte e collaborativa, più attenta alle piccole e medie imprese e al loro valore, più solidale e coesa con i territori nel programmare un comune