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I disturbi del comportamento alimentare

I disturbi del comportamento alimentare

I disturbi del comportamento alimentare (DCA) rappresentano un gruppo di condizioni cliniche estremamente complesse, caratterizzate da anomalie nelle abitudini alimentari, da un eccesso di preoccupazione per la forma fisica, da alterata percezione dell’immagine corporea e da una stretta correlazione tra tutti questi fattori e i livelli di autostima.

In Italia, il 17% dei ragazzi tra 11 e 14 anni e il 27% di quelli tra 15 e 18 anni ha intrapreso una dieta per dimagrire, spesso autoprescritta, anche se non necessaria, e il fenomeno si sta estendendo all’età pre-puberale.

Spiega Francesco Risso, direttore del dipartimento di Salute Mentale interaziendale: “L’Asl CN1 ha organizzato già dall’anno 2000 un Centro dedicato presso i locali del dipartimento di Salute Mentale di Villa S. Croce in Cuneo, in stretta collaborazione interaziendale con l’Azienda Ospedaliera S. Croce e Carle per quanto attiene la presa in carico Nutrizionale/Dietistica ed eventuali ricoveri ospedalieri in reparti medici, a seconda degli aspetti prevalenti del disturbo e con riferimenti territoriali a Mondovì e a Savigliano”.

Nel percorso ambulatoriale le persone affette da disturbi del comportamento alimentare trovano possibilità di una psicoterapia individuale, grazie al lavoro integrato con la Psicologia dell’ASL CN1. Inoltre i familiari sono ascoltati e sostenuti durante tutto il percorso da una psicoterapeuta dedicata.

Dall’anno 2010, sempre in stretta collaborazione con la Dietologia dell’Azienda Ospedaliera S. Croce, vengono effettuati presso il Centro i “Pasti Assistiti”, con progetti individuali. Dal 2016 è attivo inoltre un Day Hospital presso il Reparto di Psichiatria dell’Azienda Santa Croce e Carle in stretta integrazione con il Centro e con il Servizio di Nutrizione Clinica.

In un’ottica riabilitativa più completa si punta al mantenimento della continuità scolastica, lavorando in rete con le scuole, attraverso un continuo scambio di informazioni.

Si rivolgono ai Servizi solo i casi più gravi, mentre la vera sfida è rappresentata dall’intercettare il problema al suo esordio, tenendo conto che nell’ultimo decennio l’età di insorgenza si è abbassata addirittura intorno ai 10 anni. Per questo motivo il lavoro di rete Ospedale/Territorio (“una rete per guarire”) è così importante, perché non siano solo le Azienda Sanitarie a intercettare tale disagio psichico, che appare all’esordio subdolo e sottovalutato, e che se adeguatamente e precocemente trattato, può risolversi anche con la completa guarigione.