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Giovani Imprenditori: pronti per le sfide dell’economia 4.0

I Giovani Imprenditori di Confartigianato riuniti a Roma per la Convention annuale del Movimento

Il fattore umano deve guidare la rivoluzione tecnologica delle imprese, la formazione al lavoro delle nuove generazioni, i cambiamenti nel welfare. Ne sono convinti i Giovani Imprenditori di Confartigianato riuniti a Roma il 18 e il 19 maggio per la Convention annuale del Movimento. In 150, provenienti da tutta Italia, tra cui un numeroso gruppo proveniente da Confartigianato Cuneo, si sono confrontati sulle sfide che attendono le nuove leve dell’artigianato e delle piccole imprese.

“Investire sul futuro”

Damiano Pietri, Presidente dei Giovani Imprenditori, ha le idee chiare su cosa serve alle piccole aziende: “Abbiamo chiesto la proroga del piano Impresa 4.0. Pensiamo sia ben fatto e utile alle piccole imprese ma l’orizzonte temporale attuale è troppo breve e quindi chiediamo sia prorogato di altri tre anni. Per noi giovani l’accesso al credito è un grosso problema e sollecitiamo aiuti che consentano di risolverlo. Servono investimenti in formazione e cultura. Chiediamo quindi che vengano istituiti voucher che gli imprenditori possano usare per investire nella propria formazione e nelle competenze dei propri collaboratori. Quando i ragazzi vengono in azienda per attività di alternanza scuola-lavoro vorremmo che i percorsi formativi fossero meglio costruiti con colloqui iniziali e con rapporti duraturi nel tempo. Per noi giovani investire in welfare significa investire nella comunità e nel benessere dei territori in cui le nostre aziende sono insediate. Significa investire nei propri collaboratori e creare condizioni in cui imprenditori e dipendenti stiano meglio e riescano a conciliare le esigenze personali e famigliari con quelle lavorative”.

L’innovazione digitale, ha detto il Presidente di Confartigianato Giorgio Merletti, deve servire a potenziare il valore artigiano

L’innovazione digitale, ha detto il Presidente di Confartigianato Giorgio Merletti, deve servire a potenziare il valore artigiano, a realizzare ancor meglio i prodotti già belli, ben fatti e su misura delle piccole imprese.

Ed è il capitale umano a spiccare nelle rilevazione statistiche presentate da Enrico Quintavalle, responsabile dell’Ufficio studi confederale, dalle quali emerge una fotografia di giovani artigiani 4.0, fortemente orientati all’innovazione.

La tecnologia dal volto umano ha dominato anche la tavola rotonda dedicata alle opportunità della rivoluzione digitale per le piccole imprese. Lorenzo Basso, promotore e relatore dell’indagine conoscitiva Impresa 4.0 del Parlamento, ha detto che l’innovazione può dare buoni frutti se poggia sul valore relazionale: “Quello che serve soprattutto per la micro e piccola impresa è una garanzia al credito per l’investimento iniziale. L’innovazione porta risultati, ma serve la fiducia e la fiducia del credito è fondamentale”.

Gli strumenti a disposizione per le imprese

Strumenti come il blockchain, spiegato da Mauro Bellini, direttore responsabile di Blockchain4Innovation, e il Fablab, illustrato da Amleto Picerno Ceraso, responsabile di Mediterranean Fablab, sono un mezzo, non un fine, al servizio delle imprese per tracciare e certificare la qualità made in Italy e realizzare prodotti sempre più sofisticati. Come i sistemi ergonomici prodotti dalla Bnp, il cui titolare Cesare Zaccaria ha spiegato che servono per far stare bene le persone. Un esempio di azienda in cui l’uomo e la macchina collaborano e l’innovazione robotica è al servizio della persona.

Insomma è l’uomo che fa la differenza. E allora anche un piano come ‘Impresa 4.0’ deve essere a misura di micro e piccole imprese artigiane. Lo hanno sottolineato l’onorevole Andrea Vallascas, deputato del Movimento 5 Stelle, e l’onorevole Antonio Palmieri, deputato di Forza Italia. “La manifattura digitale – ha detto l’On. Vallascas – darà la possibilità di personalizzare i prodotti e quindi offre più spazio alla creatività e ai piccoli imprenditori che potranno agire sul mercato”.  “Per la prima volta – ha sottolineato l’On. Palmieri – con il Piano Impresa 4.0 lo Stato è diventato amico di chi intraprende. Aiutiamoci insieme a disboscare le norme burocratiche che impediscono alle aziende di lavorare, a prescindere dal digitale”.

La persona è al centro: un nuovo sistema di welfare deve puntare al benessere degli imprenditori e dei loro dipendenti

La persona è al centro anche di un nuovo sistema del welfare che deve puntare al benessere degli imprenditori, dei loro dipendenti, e deve creare valore per la comunità di appartenenza. Lo ha sottolineato Rosa Gentile, Delegata ai Movimenti di Confartigianato ed è il modello olivettiano che alla Convention è stato illustrato da Beniamino De’ Liguori Carino, Segretario generale della Fondazione Adriano Olivetti. Una lezione, quella di Olivetti, che può dare risposte efficaci all’allarme sul rischio di esplosione della spesa sociale lanciato da Alberto Brambilla, presidente del Centro studi e ricerche Itinerari Previdenziali. Si spende troppo e male. E allora bisogna tagliare gli sprechi, ha detto Guido Crosetto, deputato di Fratelli d’Italia. E puntare sul welfare aziendale e territoriale e sulla collaborazione pubblico-privato. Una strada sulla quale si sono detti d’accordo tutti i partecipanti alla tavola rotonda che ha concluso i lavori della Convention: dall’imprenditorice Barbara Burioli, titolare di Siropack Italia, al Presidente nazionale del Forum delle Famiglia Gigi De Palo, da Giuseppe Roma, presidente di Rete Urbana delle Rappresentanze ad Andrea Rapaccini di Mbs Consulting.

E per Francesco Simone, Direttore generale di Artigiancassa, la politica, le istituzioni, il sistema del credito devono saper giocare insieme con le piccole imprese la partita dell’innovazione. Che si vince anche con i Digital Innovation Hubcreati dalle Associazioni del Sistema Confartigianato, come quello di Ancona la cui attività è stata presentata da Andrea Dini.

Impresa e mondo della formazione sempre più vicini

Ed è ancora il sistema Confartigianato il protagonista degli sforzi per avvicinare la scuola all’impresa e costruire nuove opportunità per i giovani.

E’ il caso dell’alternanza scuola lavoro tra studenti ed eccellenze artigiane realizzata con il liceo dell’artigianato di Arezzo. Se per l’onorevole Simona Malpezzi, senatrice Pd, e Andrea Gerosa, Cofondatore di Think Young, l’alternanza scuola-lavoro è una strada irrinunciabile, a renderla praticabile con successo sono la concretezza e la collaborazione con Confartigianato, come ha sottolineato Elena Donazzan, Assessore a Istruzione, Formazione e lavoro della Regione Veneto. Il 60% dei giovani che oggi sono a scuola – ha detto l’On. Malpezzi – faranno mestieri che domani non esistono. Chi si occupa di politica educativa deve provare a dare risposte e lo fa offrendo strumenti che sono le competenze. L’alternanza scuola-lavoro per noi era una scommessa in questa direzione”.

E’ il caso dell’alternanza scuola lavoro tra studenti ed eccellenze artigiane realizzata con il liceo dell’artigianato di Arezzo. Se per l’onorevole Simona Malpezzi, senatrice Pd, e Andrea Gerosa, Cofondatore di Think Young, l’alternanza scuola-lavoro è una strada irrinunciabile, a renderla praticabile con successo sono la concretezza e la collaborazione con Confartigianato, come ha sottolineato Elena Donazzan, Assessore a Istruzione, Formazione e lavoro della Regione Veneto. Il 60% dei giovani che oggi sono a scuola – ha detto l’On. Malpezzi – faranno mestieri che domani non esistono. Chi si occupa di politica educativa deve provare a dare risposte e lo fa offrendo strumenti che sono le competenze. L’alternanza scuola-lavoro per noi era una scommessa in questa direzione”.

Damiano Pietri, presidente nazionale del Movimento Giovani Imprenditori