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Evasometro sui conti correnti, i prodotti e le operazioni sensibili

Debutta in questi giorni il cosiddetto evasometro sulle persone fisiche, sotto forma di controlli incrociati tra movimenti bancari e dichiarazione dei redditi dei contribuenti.

Sono 5 i valori presi in considerazione: giacenza media, entrate e uscite mensili, saldo iniziale e saldo finale.

Il sistema tecnicamente è denominato GEODAS (Georeferenziazione dati statistici), un algoritmo già utilizzato per il controllo in ambito societario, che elabora le informazioni contenute nel database Sogei, necessarie alla corretta ricostruzione delle posizioni finanziarie.

I dati presi in considerazione si riferiscono ai seguenti prodotti:

  • conti correnti;
  • carte di credito;
  • conti deposito;
  • buoni fruttiferi e libretti postali;
  • obbligazioni, titoli di Stato, azioni;
  • rapporti fiduciari;
  • polizze assicurative, fondi pensione e fondi di gestione collettiva del risparmio.

La dimostrazione della liceità delle operazioni sarà sensibilmente più complessa per le persone fisiche, a causa dell’assenza di scritture contabili che permettano di mantenere traccia dei movimenti effettuati, a distanza di anni.

Nel caso di spese eccessive rispetto a quanto dichiarato, scattano ulteriori verifiche della Guardia di Finanza. Spetterà poi al contribuente giustificare le presunte anomalie, fornire la documentazione necessaria ossia “dati e notizie rilevanti ai fini dell’accertamento” oppure “avviare, in caso di accertamento, il procedimento per adesione”.

L’evasometro è stato introdotto dal governo Monti nel 2012 con il nome di risparmiometro, ma per renderlo operativo ci sono voluti 7 anni anche a causa di problemi in materia di privacy. Con questo strumento, grazie anche alla fattura elettronica e allo scontrino elettronico, il Fisco conta di recuperare € 10-15 miliardi.