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Essere donna imprenditrice in tempo di Coronavirus

Con un occhio controllano i compiti dei figli e intanto preparano il soffritto. Tra la spalla e l’orecchio tengono stretto il cellulare per la conference call con l’ufficio. E nelle pause ripassano l’elenco della spesa, magari anche quella per i genitori anziani. Sono le donne più che mai multitasking, anche in tempo di coronavirus. A casa in smart working o in ufficio a trainare tra le mille difficoltà la propria impresa, le rappresentanti dell’altra metà del cielo, anche nel dramma della pandemia, emergono come un pilastro insostituibile della nostra società, instancabili e coraggiose e, a detta della scienza, anche più resistenti al contagio del Covid 19 rispetto al mondo maschile.

«La nostra è una società che parla sempre di più al femminile, – commenta Daniela Balestra imprenditrice albese e vice presidente di Confartigianato Imprese Cuneo – come evidenziano i dati, secondo i quali le imprese rosa registrano nel nostro Paese una crescita costante di oltre il 3% su base annua. C’è poi quella caratteristica genetica della donna, la resilienza, che soprattutto nelle difficoltà emerge in tutta la sua forza e la porta a reagire in modo concreto di fronte ad una crisi, mettendo in campo impegno, creatività e determinazione».

Daniela Balestra – Vicepresidente Confartigianato Cuneo

Le donne sono poi particolarmente attente nell’interpretare le esigenze della famiglia così come quelle professionali, intersecandone magari i fili che rimangono però sempre saldi nelle loro mani.

«Se prima di quest’emergenza – continua Balestra – i nostri ruoli sociali erano già parecchi, ora si sono ulteriormente incrementati. Oggi siamo chiamate a riorganizzare le nostre giornate “tipo”. Le dinamiche familiari sono mutate e ci dobbiamo occupare oltre che della gestione aziendale, anche della famiglia, dei figli e spesso dei genitori. Non esistono più i tempi per ogni cosa, è tutto un’insieme magmatico di incombenze che si dilatano su h 24».

A sostegno del multitasking femminile sono arrivate indubbiamente le nuove tecnologie che rappresentano in questo frangente un’opportunità strategica.

«Grazie alla tecnologia pur in isolamento possiamo comunicare in modo efficace da remoto – sottolinea ancora Balestra – e questo anche per noi dirigenti di Associazione, ci permette di proseguire senza soste l’impegno nella ricerca delle soluzioni migliori per sostenere le nostre imprese associate. C’è poi, tutto il mondo scolastico che nell’emergenza regge proprio in virtù del web con le lezioni on line. Insomma, la pandemia ci ha spinti all’improvviso verso un cambio epocale di stili di vita e di lavoro, sui quali, una volta abbassata la guardia, bisognerà seriamente ragionare».

Daniela Balestra, oltre ad essere un’imprenditrice artigiana è anche mamma di due bambine. Come riesce una donna come Lei, impegnata professionalmente e socialmente, a gestire oggi la famiglia con i figli in casa, perché le scuole sono chiuse?

«Faccio parte di quella categoria fortunata di donne – spiega – che ancora usufruiscono di un aiuto direttamente nell’ambito familiare, ma comprendo quanto possa essere complesso e anche oneroso economicamente il doversi appoggiare a forze esterne per baby sitting o badanza. A tal proposito, vorrei sottolineare che all’interno del decreto “Cura Italia”sono stati inseriti due primi provvedimenti, il congedo parentale e i voucher baby sitter. Si tratta di piccoli passi che vanno in soccorso della difficile conciliazione tra lavoro e impegni familiari. Su queste misure come Confartigianato Cuneo abbiamo attivato subito il nostro patronato Inapa che è quotidianamente a disposizione dei nostri associati per consulenze e servizi riguardanti le pratiche per la richiesta. Naturalmente, su tempi più lunghi bisognerà provvedere ad un sostegno più consistente che guardi in particolare alla crisi di liquidità. Una scommessa fondamentale per la ripartenza sarà avere intenti comuni da parte di tutti gli attori socio-economici e finanziari. E’ questo l’appello che Confartigianato continua a rivolgere ai nostri decisori politici, insieme ad una reale tempestività dell’agire, perché la sopravvivenza delle nostre imprese è legata soprattutto alla tempistica degli interventi».