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DECRETO SVILUPPO Confartigianato: previste misure “vecchio stile” e lontane dalle PMI

“Con i criteri del Decreto Sviluppo, Apple, Microsoft e Facebook non sarebbero state ammissibili alle agevolazioni”.

Questo il commento di Confartigianato a seguito di un’audizione presso la Commissione Industria del Senato, durante la quale Rete Imprese Italia ha sollecitato modifiche al Decreto su agenda digitale, progetti di ricerca e innovazione, start up innovative.

Lo scopo, rendere le misure fruibili alle aziende di piccole dimensioni.

«Gli interventi per favorire l’innovazione previsti dal Decreto Sviluppo – spiega Luca Crosetto, componente cuneese della giunta nazionale di Confartigianato – sono “old innovation style”, centrati sulla grande impresa, l’università e i grandi centri di ricerca, e dunque inaccessibili alle micro e piccole imprese. L’innovazione, invece, nasce dal basso e coinvolge molteplici attori, piccoli e grandi, tra cui le Pmi e i cittadini».

Secondo Rete Imprese Italia, le misure del Decreto sviluppo non tengono conto della realtà produttiva italiana costituita per il 99,4% da aziende fino a 50 addetti e delle opportunità che la diffusione delle tecnologie digitali offre proprio per migliorare la competitività delle piccole imprese.

«Con i criteri del Decreto sviluppo – conclude Domenico Massimino, presidente provinciale di Confartigianato Imprese Cuneo – colossi come Apple, Microsoft e Facebook, fondate da imprenditori non laureati e sviluppatesi a partire da piccole realtà, i famosi “garage di casa”, non avrebbero avuto il riconoscimento di start up innovative. Grande è invece l’innovazione e la ricerca tecnologica nelle piccola impresa. Un’opera che viene portato avanti silenziosamente ed in maniera spesso anche misconosciuta. Un’attività svolta in maniera intensa ed impegnativa che in molti casi non viene valorizzata perché non passa per i canali della ricerca istituzionale, e invece contribuisce in modo determinante allo sviluppo dell’economia e del territorio».


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