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Ddl sul consumo del suolo: “Così non va, chiediamo più buonsenso”

Tre anni di blocco totale delle attività. È lo scenario che si profila all’orizzonte per le imprese del settore costruzioni se il disegno di legge sul “Contenimento del consumo del suolo” venisse approvato nell’attuale versione proposta.

Si tratta di un provvedimento che mira a ridurre il cosiddetto “consumo di suolo”, in pratica l’avvio di nuove costruzioni, anche in adeguamento a delle specifiche direttive europee.

«Alcune premesse sono necessarie. – spiega Roberto Borghese, edile, delegato del Movimento Giovani Imprenditori di Confartigianato Cuneo per la Zona di Mondovì – In primis, come operatori del settore siamo perfettamente consapevoli dell’attuale situazione e concordiamo che siano necessari dei ragionamenti condivisi tra i diversi attori interessati, Pubblica Amministrazione, Comuni, imprese, per difendere quello che è uno dei beni più preziosi a nostra disposizione, e che a volte diamo un po’ per scontato: il suolo appunto. In secondo luogo, comprendiamo che non si possa più unicamente operare nell’ottica delle “nuove costruzioni”, ma sia fondamentale eseguire operazioni di recupero, ripristino, ristrutturazione. Si tratta di una scelta consapevole per permettere, ad esempio, di dare “nuova vita” ai nostri bellissimi centri storici, nel rispetto dell’ambiente e nell’ottica di un uso sempre più sostenibile delle risorse. Tuttavia, non si può analizzare la questione senza focalizzare l’attuale situazione del comparto, e del sistema economico nazionale in generale. Crediamo infatti che, se non verranno rimodulati alcuni parametri, tale provvedimento, che pure nasce con ottimi intenti, possa rivelarsi controproducente e danneggiare gravemente il comparto delle costruzioni, settore che più di tutti sta soffrendo per questa lunga crisi. Quello che chiediamo è semplicemente un po’ di buon senso».

«Non si può, infatti, parlare di rilancio dell’attività economica e innalzamento dell’occupazione se poi si mettono dei “paletti” al lavoro delle imprese. – aggiunge Luciano Gandolfo, rappresentante provinciale degli edili di Confartigianato Cuneo e vice presidente nazionale ANAEPA (Associazione Nazionale Artigiani dell’Edilizia dei decoratori, dei Pittori e Attività Affini) – Tra gli aspetti più rilevanti che evidenziamo ai decisori politici, sottolineiamo l’esclusione delle zone rientranti negli insediamenti produttivi, in modo da non compromettere l’avvio di nuove attività, e delle connesse opere infrastrutturali. Inoltre chiediamo che vengano poste delle specifiche che permettano di valutare “caso per caso”: non si può generalizzare l’intera situazione italiana, cosi eterogenea, con una unica legge dello Stato. In ultimo, i Piani Esecutivi Convenzionati (PEC), anche se non ancora approvati, dovrebbero essere esclusi dal provvedimento, vista la loro complessità e il fatto che presumibilmente si stanno definendo da diversi mesi».

«Confartigianato – conclude Domenico Massimino, presidente territoriale di Confartigianato Imprese Cuneo – conferma la massima attenzione su questa tematica e proseguirà senza sosta la propria azione di lobby a tutela delle proprie imprese. Recentemente, proprio grazie all’intervento dei nostri dirigenti e funzionari a livello romano, siamo riusciti ad incidere notevolmente su alcune  misure della Legge di Stabilità 2016, migliorandone l’impatto per le aziende artigiane. Abbiamo constatato che il confronto con il Governo è stata estremamente positivo e anche sulla problematica del Ddl sul “consumo del suolo” stiamo operando la nostra azione di sensibilizzazione dei decisori politici».

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Foto Borghese Roberto