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Confartigianato Cuneo contro il “digital divide” delle zone montane

Appello a Istituzioni e Politica per agevolare la banda “ultra larga” nelle zone periferiche

«Perché l’Italia è solo prima in imposizioni e burocrazia?».

Paolo Manera, presidente di Confartigianato Cuneo – Zona di Mondovì, non usa mezzi termini per commentare le difficoltà tecnologiche legate alla connessione internet in Granda: «Basta! Così gli artigiani non vivono più. I lavori per la fibra non vanno avanti e non arriva un servizio decente ed economicamente concorrenziale, se non in piccoli quadranti di città. Se non ci fossero operatori privati che forniscono servizi radio, saremmo scollegati dal mondo».

«In molti piccoli comuni, paesini, località e frazioni, – prosegue ancora Manera – addirittura telefonare col cellulare è complicato, così come navigare su internet attraverso lo smartphone. Una delle leve per sostenere lo sviluppo delle piccole imprese si chiama “banda ultra-larga”. Ma su questo fronte, in Italia, c’è ancora molto da fare. Il ritardo delle infrastrutture italiane penalizza proprio le imprese artigiane, metà delle quali è localizzata fuori dai grandi centri urbani e in montagna, cioè nelle aree poco coperte dalla rete».

L’Ufficio Studi di Confartigianato ha scattato una fotografia impietosa della situazione nazionale. Nel nostro Paese le imprese connesse alla banda ultra-larga sfiorano appena il 27%, mentre nell’Unione Europea si supera il 40%. Un gap che si riflette anche sull’attività commerciale delle aziende: infatti, da noi la quota di piccoli imprenditori che vende i prodotti on line si ferma al 9,4% mentre in Europa si supera il 15%.

«Evidenziamo le perduranti difficoltà che le nostre piccole e medie imprese, specie quelle dislocate nelle zone di montagne, devono affrontare per connettersi ad Internet. – aggiunge Luca Crosetto, presidente territoriale Confartigianato Imprese Cuneo – Gli obblighi della fatturazione elettronica e dei corrispettivi telematici hanno acuito maggiormente queste criticità, ma il problema di fondo è proprio il digital-divide che affligge ancora gran parte dei nostri territori. Lo abbiamo ribadito più volte: non siamo “contro” le innovazioni, che peraltro possono apportare degli elementi di positività alle nostre imprese. Lamentiamo però la situazione di grave deficit infrastrutturale, che rallenta l’operatività aziendale e danneggia la competitività delle nostre imprese. Lo Stato deve metterci nelle condizioni di operare in modo snello e veloce. Di fatto, gli imprenditori che ancora “resistono” nelle “terre alte” sono degli eroi, cui deve andare la gratitudine delle Istituzioni e della popolazione, perché mantengono vive le nostre comunità, continuando a produrre ricchezza e generando occupazione. Ci uniamo quindi ai recenti appelli di UNCEM e ANCI per richiedere ai Ministeri competenti delle risposte certe e delle soluzioni concrete, sfruttando le nuove possibilità offerte dalla banda ultra-larga e dal 5G, per dare nuovi impulsi all’economia locale».