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Confartigianato Cuneo: “Con lo stop all’ILVA si decapita il comparto metalmeccanico italiano”

A rischio centinaia di aziende artigiane cuneesi dell’indotto

La notizia è rimbalzata questa mattina su tutti i mezzi di comunicazione come un fulmine a ciel sereno, creando forte preoccupazione. Produzione sospesa a tempo indeterminato con sequestro preventivo da parte della Magistratura di Taranto. La “maledizione” dell’ILVA si è abbattuta più violenta che mai su tutto il territorio nazionale, toccando pesantemente anche la provincia di Cuneo, sulla quale si trovano due stabilimenti affiliati: a Lesegno e Racconigi. Oltre 400 dipendenti da oggi disoccupati, ma non solo. Un ampio bacino di aziende metalmeccaniche che operano nell’indotto si ritrovano a fare i conti con il blocco di uno dei loro più importanti partners e già intravedono un futuro di crisi profonda. Come se non fossero già bastati i cinque pesantissimi anni di difficoltà generali, nei quali si è dibattuta l’economia italiana ed internazionale.

«L’effetto negativo di questa decisione, sicuramente inopportuna in un frangente critico per il Paese – commenta Domenico Massimino, presidente provinciale di Confartigianato Imprese Cuneo – si riverbererà inevitabilmente anche sulle nostre numerose imprese artigiane che operano nell’indotto dell’ILVA. Oltre alle due aziende di Lesegno e Racconigi, intere filiere produttive potrebbero imboccare la strada di una crisi gravissima. A questo punto non soltanto verrebbero meno centinaia di posti di lavoro, ma anche il tessuto imprenditoriale locale potrebbe accusare una durissima battuta d’arresto, a seguito dell’aumento improvviso della materia prima».

Confartigianato Imprese Cuneo, attraverso il suo sistema confederale si sta adoperando per valutare, insieme alle altre forze economiche, le azioni da mettere in campo per contenere le ripercussioni socio-economiche che questa drastica presa di posizione potrebbe generare a tempi brevi.

«La chiusura dei due stabilimenti cuneesi – aggiungono Sergio Rizzo e Michele Giacosa, rispettivamente presidenti delle zone di Ceva e di Savigliano di Confartigianato – destabilizza non poco l’assetto socio-economico del nostro territorio. Inoltre, le imprese artigiane dell’indotto, già stremate dalla lunga crisi economica, se non si troverà una soluzione ragionevole,vivranno un periodo sempre più buio. Auspichiamo che, a fronte di una decisione così grave, possa prevalere al più presto il buon senso nel trovare delle soluzioni, perlomeno temporanee, che vadano a scongiurare ulteriori danni a lavoratori ed imprese della nostra Provincia e dell’intero Paese».

Comunicato Stampa (MS Word)