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Autotrasporto: pensione anticipata solo ai dipendenti, protestano i camionisti artigiani

«Un paradosso, che occorre correggere il prima possibile».

Con queste parole Aldo Caranta, rappresentate provinciale e regionale degli autotrasportatori di Confartigianato, commenta l’anomala gestione delle pensioni per gli autotrasportatori contenuta nella recente Legge di Bilancio.

I fatti. È nota la decisione del Governo di inserire in Legge di Bilancio per il 2017 l’APE – Anticipo Pensionistico per chi ha 63 anni e 20 di contributi oppure si trova a non più di 3 anni e 7 mesi dalla maturazione del diritto alla pensione. Tra le forme individuate, per chi è prossimo alla pensione, la più interessante è sicuramente la cosiddetta “Ape social”, che consente ai lavoratori che svolgono attività usuranti di accedere alla pensione anticipata senza penalizzazioni, in quanto il contributo per l’uscita dal mondo del lavoro sarà a carico dello Stato.

Il problema. Per quanto riguarda il settore trasporto, però, nel testo della Legge vengono identificati come possibili fruitori di questa opportunità solo i “dipendenti”, escludendo di fatto i titolari d’impresa.

«Una svista tecnica o una precisa volontà del Governo? Non lo sappiamo. – commenta Caranta – Si ha però la sensazione che questo Paese abbia due pesi e due misure: se il lavoro del conducente di veicoli pesanti è usurante, non è possibile né logico che lo sia solo se sia stato svolto come dipendente».

«Auspichiamo – conclude Domenico Massimino, presidente territoriale di Confartigianato Cuneo – una correzione di questa evidente disparità, certi che l’equità e il buon senso della richiesta non possa essere messa in discussione».

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