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Rifiuti: in arrivo il nuovo decreto. Confartigianato Cuneo: “Buona la bozza. Nessuna assimilazione a priori sulle superfici delle aziende. Solo su richiesta”

Sembra in dirittura d’arrivo il nuovo decreto del Ministero dell’Ambiente riguardante l’assimilazione dei rifiuti speciali a quelli urbani che inciderà inevitabilmente sulle tariffe.

«É dal 1984 che si sta attendendo questo decreto che dovrebbe, finalmente, chiarire definitivamente alcuni aspetti oggetto di confronto e, a volte, scontro, fra aziende e pubbliche amministrazioni – spiega Domenico Massimino, presidente di Confartigianato Cuneo. – Alcuni mesi fa Confartigianato si è confrontata con i funzionari del Ministero dell’Ambiente, per analizzare le rispettive proposte e considerazioni sul testo in preparazione, che peraltro dovrà essere emanato a breve. In tale occasione abbiamo spiegato il nostro punto di vista, ma anche le molte differenze comportamentali e di regolamentazione dei singoli Comuni».

L’argomento non è cosa da poco, visto che si tratta di stabilire quali sono i rifiuti delle aziende che possono essere immessi nel servizio pubblico e da quali superfici devono derivare. Sulla base di ciò che verrà approvato con il decreto ministeriale si potrà finalmente capire quali sono le nuove norme per regolamentare il servizio pubblico di smaltimento per le aziende, quindi la regolamentazione dell’applicazione della tariffa da applicare.

«Le nostre proposte – continua Massimino – sono semplici e chiare: si è chiesta l’esclusione dell’assimilazione dei rifiuti prodotti nelle superfici dei laboratori, nei magazzini, di materie prime e prodotti finiti e nelle mostre, lasciando comunque la possibilità alle singole imprese di richiedere il servizio pubblico al comune. Tale indicazione sta a significare che la non assimilazione dei rifiuti avrà come inevitabile conseguenza la non applicazione della tassa (TARI). Se invece la singola impresa richiederà il servizio di smaltimento comunale, allora dovrà pagare l’apposito tributo. Questo in linea di massima il principio che abbiamo sostenuto nel confronto con il Ministero dell’Ambiente e che abbiamo trovato confermato nella bozza di decreto».

«Nella provincia di Cuneo – prosegue il presidente Massimino – abbiamo continui confronti con le pubbliche amministrazioni sul problema dello smaltimento dei rifiuti, soprattutto con riferimento al fatto che, indipendentemente dalla effettiva produzione di rifiuti assimilabili, il servizio di smaltimento deve comunque essere pagato, per il semplice fatto che è previsto. In molti casi viene poi ancora applicata la TARI, su quelle superfici, in cui sono installati macchinari e attrezzature aree in cui è evidente l’impossibilità di produrre rifiuti. In relazione al decreto in arrivo, speriamo venga approvato senza alcuna modifica rispetto alla bozza, ma vista l’impostazione, difficilmente verrà condivisa dalla rappresentanza delle pubbliche amministrazioni».

Una normativa quindi molto attesa che potrebbe rivoluzionare l’impostazione del servizio pubblico “ma che – conclude Massimino «offre anche la possibilità alle pubbliche amministrazione di dare una diversa impostazione al servizio basandolo prevalentemente sull’effettivo peso dei rifiuti consegnato e applicando il giusto costo (“ognuno paga per i rifiuti che produce e smaltisce”), e questo renderebbe tutti, cittadini e imprese, più consapevoli dell’importanza del servizio».

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