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MADE IN ITALY: ok della Camera a proposta legge su tracciabilità prodotti

Il vice presidente UEAPME Luca Crosetto: “Bene legge che fa chiarezza su origine e qualità del vero made in Italy”

«Il made in Italy ha per protagoniste 319.000 imprese artigiane manifatturiere con 972.000 addetti che producono l’eccellenza manifatturiera apprezzata nel mondo. Nel 2015 gli artigiani e le piccole e micro imprese italiane hanno esportato prodotti per un valore di 115,9 miliardi di euro, massimo storico, pari al 7,1% del Pil, con un aumento del 3,9%rispetto al 2014. Con questi numeri, nessun Paese al mondo più dell’Italia ha il dovere di difendere e valorizzare l’identità dei propri prodotti. Ben venga, quindi, una legge che punta a certificare l’origine e la qualità della nostra manifattura e a promuovere la trasparenza dell’informazione ai consumatori».

Così Luca Crosetto, vice presidente UEAPME (Unione Europea dell’artigianato e delle piccole e medie imprese), nonché vice presidente vicario di Confartigianato Imprese Cuneo, commenta la proposta di legge “Disposizioni per l’introduzione di un sistema di tracciabilità dei prodotti finalizzato alla tutela del consumatore”, di cui è primo firmatario l’on. Angelo Senaldi, approvata ieri dalla Camera.

«La proposta di legge – prosegue Crosetto – ha il merito di valorizzare gli aspetti distintivi della manifattura italiana, certificandone la filiera produttiva. I piccoli imprenditori sono campioni e ambasciatori all’estero del ‘saper fare’ italiano e contribuiscono a mantenere in attivo la nostra bilancia commerciale. Ma non possiamo accontentarci di questi risultati. La battaglia in difesa del made in Italy deve diventare la priorità dell’agenda del Paese. Occorre garantire, con norme nazionali ed europee, la tracciabilità dei prodotti per identificarne l’origine, certificare l’identità del vero made in Italy realizzato nel nostro Paese e distinguerlo così dalla concorrenza sleale di quelle aziende che mettono un’etichetta made in Italy su prodotti fatti realizzare dall’altra parte del mondo».

«La competitività dei nostri prodotti – aggiunge Domenico Massimino, presidente di Confartigianato Imprese Cuneo – si garantisce con un’operazione verità sulla loro origine, informando correttamente i consumatori che devono essere messi nelle condizioni di scegliere con convinzione i nostri prodotti e di diffidare delle “imitazioni”. Un consumatore più informato, responsabile e consapevole è l’arma migliore anche per contrastare il fenomeno della contraffazione che, soltanto nel settore della moda, ogni anno distrugge  88.000 posti di lavoro e causa alle aziende minori ricavi per 10 miliardi».

Confartigianato da sempre si batte per una chiara e inequivocabile identificazione dell’origine dei prodotti e delle lavorazioni. Il mondo cerca il Made in Italy e i consumatori sono disposti a pagare anche un “premium price pur di avere un prodotto fatto in Italia, a regola d’arte. Più informazione e maggiore trasparenza sui prodotti da acquistare si traduce in un rilancio dei consumi”. A questo proposito, secondo una ricerca dell’Ufficio studi di Confartigianato, condotta su dati Eurobarometro, risulta che 1 cittadino europeo su 3, vale a dire 129 milioni di persone, sceglie cosa acquistare sulla base dell’origine dei prodotti riportati in etichetta. In Italia l’attenzione all’origine dei prodotti riguarda 25 milioni di persone.

«L’Unione Europea – conclude Crosetto – deve adeguarsi alle esigenze dei cittadini per tutelare il loro diritto alla corretta informazione sulle merci che acquistano. Del resto ciò avviene ovunque nel mondo, tranne che in Europa. Mi auguro che finalmente anche l’Ue riconosca e approvi l’obbligo di indicare il marchio ‘made in’ sui prodotti, contenuto nella proposta di Regolamento sulla sicurezza dei prodotti, al fine di garantirne la piena tracciabilità, come già avviene nei principali Paesi del mondo (ad es. USA, Giappone, Canada e Corea). Ne va della difesa e della valorizzazione del patrimonio manifatturiero dell’artigianato e dell’impresa diffusa, del diritto dei consumatori a una corretta informazione sull’origine dei beni acquistati, della lotta al grave fenomeno della contraffazione».

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