_Tutte le notizieRubrica InSalute

La terapia chirurgica dei nodi tiroidei

LA TERAPIA CHIRURGICA DEI NODI TIROIDEI

I noduli tiroidei si riscontrano fra il 3 e il 7% della popolazione con una incidenza quasi raddoppiata negli ultimi 25 anni, mentre all’esame ecografico possono raggiungere il 50%. Solo un numero esiguo di essi sono di natura tumorale.

Ciò ha comportato un progressivo impegno sanitario per riconoscere le lesioni potenzialmente maligne.

Dopo un approfondito studio supervisionato dall’endocrinologo, se necessario anche con agoaspirazione sotto guida ecografica, si possono differenziare le lesioni in base al rischio di malignità in 5 livelli.

Spiega Fabio Bramardi, specialista dell’Otorinolaringoiatria del S. Croce di Cuneo: “La nostra azienda ha stabilito le tappe di questo percorso diagnostico terapeutico che approda a un trattamento chirurgico dopo una  discussione tra vari specialisti in cui intervengono endocrinologi, otorinolaringoiatri e chirurghi generali, medici nucleari, oncologi, anatomopatologi, radiologici, radioterapisti e genetisti”.

Le tipologie di interventi chirurgici tiroidei sono in sintesi rappresentate dalla  asportazione di parte della tiroide specie per lesioni benigne o asportazione di tutta la tiroide (Tiroidectomia totale)  con l’eventuale asportazione dei linfonodi nei casi di alto  rischio di malignità; viceversa  i pazienti con nodi a rischio intermedio andranno analizzati singolarmente, tenendo conto anche delle preferenze del paziente per la scelta di un intervento più limitato, che potrà però necessitare di un secondo intervento di radicalizzazione in caso di neoplasia.

Da febbraio 2015, nella Struttura complessa di Otorinolaringoiatria del Santa Croce son ostati operati 72 pazienti per patologia tiroidea, 22 maschi e 50 femmine di età compresa tra i 20 e 83 anni. L’indicazione più frequente all’intervento è stata per nodi tiroidei a rischio intermedio e per ipertiroidismo difficile da controllare con terapia medica (8 casi). Sono state evidenziate 25 neoplasie.

Dall’analisi dei risultati emerge che i nodi tiroidei vanno seguiti attentamente, poiché possono nascondere neoplasie maligne (15 casi su 49 pazienti sottoposti a agoaspirato) anche metastatiche  (12 casi su 25 casi di neoplasie) come confermato anche dai dati della letteratura.