Il Segreto del Successo

Pubblicazione annuale a cura della Commissione Europea.

Edizione 2012-2013

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Il Segreto del Successo (di Emanuala Bertone, Vice-presidente vicario Movimento Donne Impresa)

“Il segreto del successo” è il titolo di una pubblicazione annuale a cura della Commissione Europea, che raccoglie storie di imprenditori con esperienze molto diverse; leggendola si attraversa idealmente tutto il nostro continente e si trova un’azienda per ogni Nazione.

Scopriamo così che in Albania vi è un’azienda che dal 1997 crea maschere di “Venezia”, più di 24.000 pezzi all’anno, dando lavoro a 96 dipendenti e che esporta in Italia, USA ed Australia; la titolare Majlinda Angoni, considera come sua massima aspirazione diventare il leader di mercato delle maschere a Venezia (dove sono nate)!

Direi che è un esempio di come credere in un’idea, spesso sia la condizione essenziale perché l’idea funzioni. Chissà quante piccole botteghe artigianali hanno dovuto chiudere nella città veneta, perché le condizioni non consentivano la continuazione delle attività; mentre in altri luoghi con leggi sul lavoro diverse, costi differenti, un progetto può continuare a crescere e svilupparsi.

Se andiamo in Francia, paese più simile al nostro, troviamo la storia di Anne Midavaine che si occupa di tecniche di verniciatura e design innovativi per rispondere ai cambiamenti delle tendenze di arredamento e decorazione, proseguendo l’attività del nonno e puntando sulla qualità e l’esclusività delle lavorazioni. Occupa 7 dipendenti ed esporta in Russia, U.S.A. e Svizzera. Partecipando a fiere internazionali ha potuto conoscere importanti compratori a Shanghai e a Mosca, realizzando pezzi unici in collaborazione con importanti designer francesi.

Se le si chiede cosa consiglierebbe agli imprenditori che valutano un’espansione internazionale, risponde sicura che “viaggiare e studiare le lingue e le culture, ma soprattutto non sottovalutare le esigenze del cliente” siano i primi impegni da mettere in conto; per quanto riguarda l’importanza dei piccoli imprenditori, la sua opinione è che le piccole imprese uniscano uomini, donne, creativi, artisti e designer nel desiderio di raggiungere i medesimi risultati.

Anche l’Italia è rappresentata con la storia dei coniugi Caterina Lucchi e Marco Campomaggi, che dal 1983 sono designer di borse in pelle; all’inizio erano mossi solo dalla passione per le cose belle e creative, ma poi il generale apprezzamento per i loro prodotti li ha portati ad avere una propria azienda di produzione con addette 110 persone. Se si chiede loro perché pensino che gli imprenditori siano importanti per la società, rispondono che essi sono promotori di innovazione, creano lavoro e danno al personale la possibilità di essere finanziariamente indipendenti.

Se avete avuto la pazienza di arrivare a questo punto dello scritto, vi sarete resi conto che ho citato 3 esempi molto diversi di imprenditori, che credono nella loro impresa e nelle loro capacità; che scommettono sull’internazionalizzazione, che vogliono continuare a crescere non solo in dimensioni ma anche in cultura, preparazione e tecniche di lavorazione.

Io credo fortemente che oggi in Italia sia ora di cominciare a dare visibilità alle esperienze positive, a chi crede che il proprio lavoro sia anche una responsabilità sociale; a chi continua ad investire tempo, energie e denaro perché sente di dover spingere questa società che fa fatica ad andare avanti.

Se la cultura imprenditoriale, i valori liberali che hanno animato l’Italia unita, il desiderio intimo di ogni uomo che lavora per avere un futuro migliore e prepararlo ai propri figli, potessero essere compresi ed esaltati da chi “fa cultura”, e non demonizzati e mortificati come “peccato”, sicuramente questo sarebbe il “red-bull” di cui la nostra società ha bisogno.

Coraggio, le storie di successo ci sono ancora!